Kinesiologia Emozionale e Applicata

Cos'è la Kinesiologia

 

La kinesiologia è una dolce arte per la salute rivolta al benessere della

persona. Tramite una particolare forma di comunicazione con il corpo,

essa gli restituisce il suo ruolo fondamentale di artefice del proprio benessere

chiarendo e riequilibrando le condizioni che hanno portato al suo

stato di disagio.

 

Il Kinesiologo utilizza infatti le molte tecniche a sua disposizione

(che partendo dalle più antiche tradizioni terapeutiche cinesi e indiane

giungono sino alle ultime scoperte scientifiche) sulla base delle indicazioni

espresse dal corpo della persona attraverso quel mezzo straordinario

che è il Test Muscolare Kinesiologico

 

Cos'è il test Kinesiologico

 

Il test muscolare consiste in una pressione molto dolce sui muscoli.

Per il kinesiologo la variazione nella risposta del test muscolare (muscolo

più o meno forte) significa che c’è qualcosa su cui puntare l’attenzione.

Da tener presente che il test muscolare non valuta la forza del muscolo ma

come la sua resistenza viene controllata dal sistema nervoso centrale.

Pertanto il T.M. è in grado di evidenziare in modo naturale la tecnica in

quel momento più appropriata per la risoluzione del disagio della persona

.

Perchè funziona e a chi è rivolta la Kinesiologia

 

Le malattie sono il risultato di accumulo di stress fisici od emotivi,

che alla fine possono sfociare in sintomi fisici.

La Kinesiologia riequilibria il corpo, rimuovendo stress negativi

di tipo fisico, chimico od emotivo riportandolo allo stato ottimale in cui

esso possa autoguarirsi.

Trattamenti regolari e costanti con la kinesiologia

possono prevenire questo accumulo di stress.

Tutti possono trarre beneficio dalla Kinesiologia: dal bimbo ancora nel

grembo materno all’anziano, da chi si reputa in salute all’ammalato.

È soprattutto idoena per affrontare quei problemi per cui non è

stata trovata una cura permanente.

La Kinesiologia è priva di controindicazioni e di effetti collaterali e

può essere utilizzata in associazione con altre metodiche terapeutiche

convenzionali o no.

 

La Kinesiologia può essere utile in caso di:

  1. Allergia
  2. Mal di testa
  3. Traumi da incidenti
  4. Dipendenze
  5. Asma
  6. Ansia
  7. Epicondilite
  8. Mal di schiena
  9. Nevralgie
  10. Dislessie
  11. Depressione
  12. Eczema
  13. Diarrea
  14. Paure
  15. Problemi digestivi
  16. Stress
  17. Squilibri emozionali
  18. Stipsi
  19. Meteorismo
  20. Spossatezza
  21. Erna iatale
  22. Sbalzi d’umore
  23. Dolore alle anche
  24. Fobie
  25. Dolori articolari
  26. Mal di collo
  27. Dolori muscolari
  28. Sciatalgie
  29. Problemi nervosi
  30. Sinusiti
  31. Ipercinetismo
  32. Disturbi cutanei
  33. Difficoltà di apprendimento
  34. Nausea
  35. Problemi di coordinazione
  36. Disturbi mestruali
  37. Squilibri posturali

La Kinesiologia applicata 

La Kinesiologia applicata è una tecnica complessa, che si discosta dalla fisiologia classica del movimento, che è invece alla base della Chinesiologia.

Messa a punto dal chiropratico statunitense George Joseph Goodheart Jr a metà degli anni '60, la Kinesiologia applicata è una tecnica che indaga lo stato di salute dell’organismo mediante l’interrogazione del muscolo, il quale è in grado di fornire "risposte" se sottoposto a specifici stimoli.

Il muscolo, in Kinesiologia, è quindi il tramite tra il corpo del paziente e l'operatore, in grado di fornire informazioni non solo in merito allo stato di salute ma anche a quello dell’intero organismo. Dal momento che nel corpo i muscoli sono sempre simmetrici, risulta importante il confronto tra le risposte che si ottengono dopo aver sottoposto entrambi i tessuti muscolari alla medesima sollecitazione e nella stessa condizione. 

 

La Kinesiologia parte dal presupposto che ogni evento traumatico dal punto di vista strutturale (ma anche emotivo) venga "memorizzato" nel sistema fasciale che avvolge il muscolo. Un evento stressante altera il tono muscolare di base, coinvolgendo l’intera catena dei muscoli coinvolti. Questo meccanismo coinvolge successivamente tutto l’organismo. 

Uno stress, che sia esso biochimico, emozionale, strutturale o alimentare, indebolisce la fibra muscolare che, "interrogata", esprime il suo disagio. Attraverso la valutazione della forza del muscolo il kinesiologo è in grado di indagare sulle problematiche del muscolo stesso o su disagi più profondi dell’organismo, dal momento che le patologie o le infiammazioni che affliggono il corpo non rimangono circoscritte alla zona dove si manifestano ma si ripercuotono sull’intero organismo.

 

 Per riuscire ad interpretare la risposta del corpo e dei muscoli alla sollecitazione cui essi vengono sottoposti dal kinesiologo , egli si avvale di mappe e protocolli e ascoltando il disagio del paziente perviene all’individuazione della problematica di salute responsabile del sintomo. 

 

L’esame kinesiologico classico viene effettuato sulla resistenza del muscolo ad una pressione esercitata in particolari circostanze; ad esempio nell’indagine delle intolleranze alimentari, si interroga generalmente il muscolo deltoide, a seguito del contatto diretto del paziente con un elemento che si sospetta non sia tollerato e quindi ritenuto tossico per la persona. Il soggetto è in piedi con il braccio alzato davanti a sé, perpendicolare al corpo e parallelo al pavimento mentre nella mano libera tiene l’alimento sospetto; lo specialista esercita una lieve pressione sul braccio alzato e il paziente deve opporre resistenza. In caso di intolleranza o allergia nei confronti dell’elemento posto a contatto con il corpo della persona che si sottopone a diagnosi, il braccio di quest’ultima – indipendentemente dalla propria resistenza muscolare – non reggerà la forza esercitata dall’operatore e tenderà a cadere giù. Il contatto del corpo con sostanze tossiche per quell’organismo, dunque, indebolisce il muscolo. Il test kinesiologico si rivela utile anche nell’indagine dell’effetto sul corpo di uno stato emotivo o di particolari condizioni che coinvolgono il paziente che si reca dallo specialista ma sono molti gli ambiti a cui il test descritto può essere applicato. 

Con la tecnica di cui si avvale la Kinesiologia si può effettuare una diagnosi "bypassando" la persona, ovvero mediante un’indagine transpersonale che consenta di ottenere dall’organismo una risposta scevra da qualsivoglia condizionamento.

 Una volta individuata la causa del sintomo, il trattamento kinesiologico prevede la stimolazione di vari punti  del cliente con lo scopo di ristabilire l’equilibrio del corpo.

Secondo la medicina tradizionale cinese o MTC, ogni muscolo è collegato ad un meridiano (in qualche caso meridiani muscoli collegati sono più di uno), così come ogni meridiano è collegato ad un organo. La disfunzione di un meridiano sarà quindi riscontrata nella debolezza del muscolo corrispondente e, di conseguenza, intervenendo sul muscolo sarà possibile ristabilire l’equilibrio all’interno di quel meridiano e la salute dell’organo corrispondente.

Mappe e tabelle specifiche, come accennato precedentemente, indicano allo specialista il collegamento esistente tra i differenti muscoli e i vari meridiani del corpo. Esistono anche precise indicazioni in merito agli orari della giornata in cui si presenta un’attività maggiore o minore degli organi collegati ai meridiani. Ad esempio il fegato è un organo che di notte riduce la sua funzionalità e si rigenera, ecco perché sovraccaricare il fegato nelle ore serali con alcol o carboidrati può determinare disequilibrio e impossibilità da parte dell’organo di smaltire alcune delle tossine così introdotte nel corpo. L’intestino invece inizia la sua attività invece nelle prime ore del mattino.

La Kinesiologia tradizionale, quindi, mira ad individuare la disfunzione di meridiani utilizzando il test kinesiologico descritto sopra. Non è però detto che il meridiano su cui al primo esame viene individuata la problematica sia effettivamente il responsabile della situazione patologica lamentata dal paziente. Per questo in seguito al test, il kinesiologo tradizionale deve individuare quale sia il primo meridiano disfunzionale, quello che ha dato origine al disequilibrio. A questo punto lo specialista potrà anche determinare quale sia il muscolo collegato a quel meridiano per poi trattarlo mediante differenti tecniche. La terapia ha inizio con la manipolazione dei punti riflessi neurovascolari e neurolinfatici, punti diversi da quelli utilizzati in agopuntura, collegati al muscolo e al meridiano, conosciuti con il nome di punti di Chapman e Bennet: sottoposti a stimolazione i punti neurovascolari sbloccano un muscolo congelato (bloccato e sempre contratto) e favoriscono la corretta alimentazione ed ossigenazione di quel fascio muscolare. Tutti i punti neurovascolari sono situati sul cranio. I punti neurolinfatici, invece, liberano il deflusso delle tossine dal muscolo e quindi dell’organismo. 

Può essere utile un esempio: alterazioni intestinali determinate da un’alimentazione sbagliata o da situazioni patologiche differenti possono portare alla comparsa di problematiche delle vertebre lombari da L2 a L5. Queste, infatti, risentono di un’infiammazione strutturale derivante dall’intestino. L’intestino è un tubo rivestito da vari strati di tessuti le cui fibre sono contigue tra di loro ma anche collegate alle fasce che rivestono le fibre muscolari di quei muscoli collegati alle vertebre della parte lombare della schiena, come anche quelle del diaframma. Va da sé come un’infiammazione dell’intestino possa rapidamente espandersi anche ai muscoli della schiena diffondendosi ed estendendosi di strato in strato. L’infiammazione porta ad una contrazione muscolare anomala che determina nel tempo l’acidificazione dei tessuti e quest’ultima porta ad una contrazione delle fibre muscolari inserita sulle vertebre che possono addirittura subire inclinazioni. Stesso discorso, per problematiche fisiologiche differenti, vale per ogni fascia muscolare del corpo e di conseguenza le articolazioni ad esse collegate. 

 

In conclusione il corpo non è altro che un grande ologramma, è la capacità di lettura dei segnali che esso trasmette a fare la differenza. Tutto è collegato, ogni problematica non rimane circoscritta. Un’infiammazione di un organo porta ad una sofferenza muscolare; uno stato emotivo può comportare un irrigidimento del muscolo, e così via. Per giungere ad una corretta diagnosi è fondamentale considerare l’integrazione dei tre livelli: biochimico, mentale e strutturale. Ciò che fa la differenza tra l’approccio terapeutico classico e quello olistico è questa consapevolezza che – secondo la Kinesiologia tradizionale – deve diventare propria anche del paziente il quale dopo poche o molte sedute, sarà in grado di “camminare da solo”, di comprendere in autonomia quale sia la strada migliore per giungere alla soluzione della propria problematica.